La terapia antiaggregante dopo un infarto miocardico

La terapia farmacologica dell’infarto del miocardio prevede l’assunzione contemporanea di due tipi di antiaggregante piastrinico, indipendentemente dall’esecuzione della angioplastica coronarica, in genere per dodici mesi.  A meno di allergie o di situazioni cliniche eccezionali, al momento della dimissione il paziente avrà indicazione ad assumere acido acetilsalicilico (“aspirina”) ed un secondo antiaggregante (ticagrelor o prasugrel o clopidogrel). Per la prevenzione di nuovi eventi coronarici, è fondamentale che la terapia antiaggregante non venga interrotta se non concordato prima con il cardiologo di fiducia. Anche in caso di sanguinamento, occorre discutere le variazioni terapeutiche con il cardiologo.